Climatizzazione
Le variazioni di temperatura e umidità relativa sono tra le maggiori cause di degrado che un reperto può subire. Esse possono dare luogo a effetti dannosi e talvolta irreversibili, come il distacco dello strato pittorico per le tavole dipinte oppure l’ossidazione nel caso di metalli. Tali variazioni termo-igrometriche sono ancora più dannose quanto più elevate e repentine.
I normali sistemi di climatizzazione interni ai musei consentono solitamente di ottenere una temperatura accettabile e adeguata per le opere d’arte. Il problema maggiore è la regolazione dei valori di umidità relativa: un forte afflusso di visitatori o l’andamento stagionale possono essere causa di variazioni elevate e incidere fortemente in edifici privi di dispositivi di isolamento.
Per contenere tali parametri sono possibili diversi interventi.
- Primo livello di controllo microclimatico: controllo di frontiera
Una vetrina, ed in generale ogni contenitore museale, consente la creazione di uno spazio confinato (microclima) separato dall’ambiente esterno. Il contenitore quindi costituisce il primo livello di controllo del microclima interno, a prescindere che sia dotato o meno di climatizzatori o umidificatori. Elemento fondamentale per l’efficacia di questo primo livello, è la buona tenuta dell’involucro, ossia la capacità di minimizzare i ricambi d’aria con l’ambiente esterno. Ciò può avvenire solamente con un’attenta progettazione della vetrina che tenga conto di fattori tra cui: il sistema di apertura, la qualità delle sigillature e l’adeguato posizionamento delle guarnizioni, l’utilizzo di materiali inerti e con bassi livelli di igroscopicità.
- Secondo livello di controllo microclimatico: controllo passivo
A una buona tenuta dell’involucro è possibile abbinare un controllo ulteriore della stabilità igrometrica: l’inserimento di specifici materiali tampone, che consentono di ridurre le fluttuazioni dell’umidità relativa. Si tratta di fogli o blocchi composti da un particolare gel di silice che ha la caratteristica di poter essere tarato secondo precisi valori di umidità relativa. Questo materiale tampone è in grado di rilasciare oppure catturare l’umidità in modo da mantenere stabile il livello in atmosfera.
- Terzo livello di controllo microclimatico: controllo attivo
Il livello più alto di controllo prevede di dotare la vetrina di un vero e proprio impianto di climatizzazione meccanico. I casi in cui il controllo attivo viene richiesto sono determinati da precarie condizioni del manufatto e da ambienti con criticità termo-igrometriche. La vetrina viene pensata e progettata in funzione dell’impianto necessario, devono infatti essere previste le relative tubazioni di mandata e ritorno, un idoneo circuito d’aria per evitare il surriscaldamento e una semplice accessibilità per consentire agli operatori gli interventi di controllo periodico.